Extrema special report 19-03-2004
Live al Conte Max, S. Giovanni Incarico (FR), 19/03/04
Senza alcuna ombra di dubbio gli Extrema hanno rappresentato e - ancora - rappresentano uno dei migliori modi di intendere l’heavy metal in Italia.
Pionieri delle sonorità thrash-core (lo storico EP di debutto We Fuckin’ Care risale addirittura al 1987!), spalla degli Slayer nella loro prima - storica - calata in Italia, tra i pochissimi gruppi nel “Bel Paese” ad agire sotto l’egida della professionalità in un periodo, quello degli anni ottanta, in cui all’enorme passione si contrapponeva altrettanta ingenuità (chi ricorda il terribile look della maggior parte delle bands italiane o le sfide metallari contro paninari?).
Ed ancora: la preziosa esperienza negli States, le esaltanti recensioni di Kerrang! e Metal Forces, un contratto “quasi firmato” con la major Atco, le oltre 15.000 copie vendute del primo album Tension At The Seams, i chilometri macinati in centinaia di concerti sparsi per tutta la penisola supportando D.R.I., Megadeth, Metallica, Napalm Death, Vasco Rossi e tantissimi altri.
Ebbene, gli Extrema sono stati tutto questo, anzi molto di più.
Una storia, la loro, vissuta intensamente, sempre in prima linea, con testardaggine e fiducia nei propri mezzi, nonostante le innumerevoli delusioni e le altrettante polemiche che ne hanno costellato una carriera ormai ventennale.
Proprio per questo insieme di motivi l’occasione di stasera avrebbe dovuto rappresentare un qualcosa di speciale, visto che il concerto si teneva in un’area geografica che, salvo le - ormai – semi-leggendarie apparizioni degli Svizzeri Coroner e dei romani Mindscape, era rimasta del tutto esclusa da qualsiasi happening musicale degno di tal nome da almeno quindici anni a questa parte.
Avrebbe dovuto.
Purtroppo non è andata così.
Ad assistere allo show degli Extrema - perché comunque di un brillante show si è trattato - è accorsa soltanto una settantina di fedelissimi.
E pensare che nove anni fa mi ero sorbito un “rilassante” viaggio in treno fino a Brescia per poterli vedere in concerto.
Altri tempi, direte voi.
Altre persone, replico io.
Già, perché quello che disgusta è sentire - ormai da anni - presunti “appassionati” (e le virgolette non sono un refuso) di ogni età lamentarsi della penuria di concerti, del costo dei dischi, della mancanza di locali per suonare etc.
La verità è un’altra: alle nuove generazioni non interessa minimamente la musica vissuta sulla propria pelle, ciò che conta è soltanto l’hype.
Musica usata come un preservativo e considerata alla stessa stregua.
Più facile starsene a casa, comodamente seduti di fronte ad un PC e scaricare gratuitamente tonnellate di musica dalla rete, magari anche con l’appoggio di pubblicazioni nazionali (al riguardo a Rumore fischieranno le orecchie, dato che spalleggia il “download selvaggio” pressoché in ogni numero).
Di contro, “la vecchia guardia” mi sembra abbia mollato gli ormeggi da tempo.
Ai concerti la presenza di over 30 è sempre più sparuta.
Evidentemente, per loro gli stimoli e l’ardore sono stati sopraffatti da necessità più concrete o peggio più fatue.
Detto questo, gli Extrema dal vivo spaccano ancora.
Il tempo per loro - ormai trentacinquenni - sembra essersi davvero fermato.
La sezione ritmica (Mattia Bigi-Chris Dalla Pellegrina) è un metronomo e, come tale, non sbaglia colpo.
Il cantante GL Perotti è il solito, grande, agitatore di folle, una belva che con gli anni ha imparato anche a modulare la propria voce, affrancandosi dalle influenze “anselmiane”.
Tommy Massara continua ad essere l’anima del gruppo.
Sul palco è un folletto impazzito che suona con rabbia e precisione.
I brani proposti (da Modern Times a Destroy passando per Road Pirates, Money Talks, Tonite e molti altri per più di un’ora di pura aggressione musicale) dal vivo hanno un taglio più hardcore anche se la potenza esecutiva rimane di marca heavy.
Tremendamente heavy.
La cosa più piacevole è poi notare come la band continui a divertirsi on stage ed a spingere continuamente sull’acceleratore non accontentandosi soltanto di timbrare il cartellino.
Questione di attitudine, viene da pensare.
Peccato solo che all’appello siano mancate le storiche Child o’ Boogaw e Join Hands.
Per concludere, due parole sulle bands di supporto: completamente trascurabile la parodia prog-metal del gruppo di apertura, piacevolmente revivalistica invece la performance dei Blizzard, il cui frontman, oltre ad impersonare Ozzy Osbourne ha sfoggiato una buona dose di umiltà ed autoironia.
Cose che per cui vale ancora la pena assistere ad un concerto.
Of course, un plauso al pubblico accorso, partecipe oltre ogni mia previsione nonchè agli stoici organizzatori.
Nonostante tutto, questa sera gli Extrema hanno trionfato, anche se è proprio il concetto di heavy metal che ne è uscito sconfitto.
Ed ora l’intervista con Tommy e GL Perotti che, oltre ad essere fieri e potenti, si sono dimostrati parecchio disponibili e, permetteteci una nota di vanità, piacevolmente sorpresi da alcune delle nostre domande.
Abbiamo ripercorso alcune lontane tappe della storia degli Extrema che nemmeno loro ricordavano con assoluta precisione!
Join hands!
Per iniziare…quale è la motivazione che vi spinge ad andare avanti dopo tutti questi anni?
GL: La fameeeee!!!
Tommy: L’entusiasmo dei primi giorni e poi sempre un po’ di incoscienza…alla mia veneranda età!
GL:…e la birra gratis!
Non è una grande motivazione…
GL: Beh… è quella che mi ha fatto partire…e mi ha mandato avanti.
Secondo voi, c’è oggi un gruppo in Italia che - almeno per quanto riguarda l’attitudine - vi assomiglia?
Tommy: per attitudine no. Gruppi che, come genere, sono più famosi…fanno più gente di noi, sì. Un gruppo che non mi esalta tantissimo - anche se l’ultima volta dal vivo mi hanno gasato - forse sono i Linea 77 che hanno questa voglia…questa rabbia…di arrivare da qualche parte.
Che differenza c’è per te tra la scena metal italiana di quindici anni fa e quella odierna?
Tommy: Quindici anni fa non c’erano locali…era difficilissimo esibirsi e quei pochi gruppi che riuscivano ad emergere erano veramente più preparati degli altri. La scena di oggi è diversa…tutti possono fare un disco e in un certo senso non li distingui gli uni dagli altri e quando li vedi dal vivo capisci..
GL: La scena di oggi è troppo intasata…diciamo la verità…e più facile fare un CD e puoi fartelo anche a casa da solo con un computer.
Tommy: E la cosa che mi sconvolge di più è una volta la cosa più importante era il suonare oggi invece…il look…
GL: …il tatuaggio…il piercing…contano quasi più che il suonare.
…e per gli Extrema quanto conta il look?
Tommy: Il look è importante, ma non è che ci mettiamo davanti allo specchio…ci regalano anche dei vestiti…
GL: Per fortuna!
…altrimenti andreste in giro nudi?
GL: Nooo! (Risate). Seriamente, il nostro è il tipico look da rock band…una maglietta e via, senza stare lì a menarsela.
Cosa ricordate della vostra esperienza in America di tanti anni fa?
Tommy: E’ servita…è servita di sicuro. Il discorso è questo: molto sinceramente penso ci sia servita a far scattare quella molla che in Italia non avevamo. Quando siamo tornati avevamo qualcosa in più. Il fatto di confrontarci proprio sul territorio, di aver respirato una determinata aria… di esserci messi in gioco in un determinato modo ci è servito molto di più quando siamo tornati in Italia.
All’epoca si parlò di un forte interessamento nei vostri confronti da parte di una major americana, cosa c’era di vero al riguardo?
Tommy: Era la Atco…la Atco-East/West… che a quell’epoca aveva Ac/Dc, Pantera e Skid Row. La storia è molto semplice, dolorosa ma vera. Quando era eravamo in America abbiamo fatto una show case di fronte a molte persone importanti…
…e di Debbie Abono che mi dici?
Tommy: Ci arriviamo poi. Per un periodo è stata la nostra manager sulla West Coast ed invece sulla East Coast eravamo con Maria Ferrero, che è una cara amica con la quale ancora mi scrivo. Il discorso è che lei stava a S. Francisco e noi stavamo a New York. Ha avuto dei demos, ma penso che non abbia fatto nulla tranne il farli circolare nella Bay Area, ma non è successo niente. Invece quando siamo tornati In Italia dopo l’esperienza americana, noi, tramite i nostri contati americani, spedimmo in America i rough mix dell’album, prima addirittura dell’album mixato, e ci contattò la East West tramite Wendy Berry, che si era innamorata di noi e ci voleva firmare però avevamo un contratto con la Contempo Records che non volle rescindere e, per farla breve, chiese una licenza che era un po’ troppo esosa e quindi alla fine non se ne fece nulla.
GL: …e praticamente ce la misero nel culo! (Risate generali)
Soddisfatti di come è andata con la Contempo?
Tommy: Assolutamente no.
GL: Ne con Contempo ne con la Flying…
Tommy: Ne con nessuno…
GL: Fino ad adesso comunque le basi solide dietro alle spalle non le abbiamo mai avute.
Tommy: Forse all’inizio…ma poi sono arrivate persone che credevano di avere in mano gli Extrema…ma probabilmente non è questo il discorso. Occorreva investire delle cifre…ma questo non è il paese degli investimenti.
…anzi è il contrario.
Tommy: Sì, ma noi andiamo avanti, nel tempo siamo riusciti a creare uno zoccolo duro ed il nome Extrema è veramente ancora di tutto rispetto.
Pienamente d’accordo. Non avete mai pensato di trasferirvi definitivamente all’estero?
Tommy: Sì, quando siamo andati in America l’idea era quella. Il discorso è che non puoi andare là e diventare come gli albanesi che vengono in Italia alla ricerca di un lavoro. Beninteso: senza voler minimante offendere gli albanesi. Vai là e sei comunque un clandestino…
Che ricordate del periodo di We Fuckin’ Care?
Tommy: Della formazione originale non è rimasto nessuno…
GL: Io mi ricordo di lui che suonava, andavo a vederli e li intervistavo per le fanzine…
Che potete dirmi di Andrea Boria, Luca Evaristo e Bullegas (i membri fondatori del gruppo)? Che fine hanno fatto?
Tommy: Durante le registrazioni di Better Mad Than Dead Andrea Boria ci è venuto a trovare. E’ stato due anni fa e poi non ci siamo più visti. Lui sta bene e continua ancora a suonare. Di Luca Evaristo non so che fine abbia fatto e se suoni ancora. Bullegas invece penso che non suoni più.
Anni addietro registraste un singolo (Mollami)con gli Articolo 31? Che vi è rimasto di quella esperienza?
Con gli Articolo 31 abbiamo fatto delle robe, siamo conoscenti…non c’è questa frequentazione incredibile. Li abbiamo visti l’estate scorsa quando è uscito il loro disco…una sera siamo andati a una festa assieme e poi basta.
Secondo voi quel singolo servì davvero a far conoscere di più gli Estrema o fu una cosa riuscita a metà?
Tommy: Fu una cosa riuscita a metà. Comunque servì a pompare di più il nome.
GL: Qualche giornale metal poi recensì la cosa in maniera un po’ stronza…
Tommy: Comunque è servito a farci raggiungere, in un cero senso, quella credibilità che molti in Italia non hanno verso il “palazzo”…se così vogliamo chiamarlo.
Non avete mai provato ad avvicinare una major in Italia?
Tommy: Beh, abbiamo avuto distribuzioni come la Emi per il primo album e poi l’ultimo con la Sony. Il discorso non è che cambia tanto. Il punto è che con la major passi di più… i giri sono quelli…si va di più in televisione oppure ti passano di più il pezzo alla radio…ma non è neanche detto visto il genere che facciamo.
In passato avete coverizzato Dead Kennedys (Too Drunk To Fuck) e Police (Truth Hits Everybody), avete qualche altro brano altrui in cantiere?
Tommy: No, solo in sala prove,abbiamo provato Caught In A Mosh degli Anthrax solo per ridere...tanto per fare gli stupidelli. Per un periodo abbiamo anche fatto un brano dei No Means No ma non la suoniamo più.
GL: Io vorrei fare un pezzo dei Police…
Quale?
GL: Invisibile sun ad esempio…avrebbe un senso…
(E qui si è aperta una chilometrica discussione, dato che GL ignorava che gli Edge Of Sanity, molti anni fa, avevano già registrato una bellissima versione di questo brano - per i trivia fans: è presente sul singolo Until Eternity Ends - Black Mark, 1996).
Come definireste il suono Extrema? Metal? Rock? Nu metal?
Tommy+GL: No, noi siamo metal.
Tommy: Anche quando è uscito Better Mad Than Dead certa gente diceva che eravamo una band nu metal…ci sono tanti spunti in quell’album, dato che forse è l’album più completo che abbiamo fatto
…è ancora forte la componente hardcore negli Extrema?
Tommy: Secondo me sì. Soprattutto in Better Mad Than Dead che è molto più hardcore che nu metal…
GL: Se tu ascolti come il modo di suonare è molto più aperto, non è serrato…terzinato, diretto…molto più hardcore.
Tommy: Molta gente ha scambiato Better Mad Than Dead per disco nu metal che non è assolutamente, forse in due episodi, se vuoi, che sono Another Nite e All Around, anche se quest’ultima risale al periodo subito dopo all’uscita di The Positive Pressure (Of Injustice)…ed in quel periodo nu metal non ce ne era. Quindi Better Mad Than Dead forse è l’album più hardcore che abbiamo mai fatto.
Cosa ricordate di questi (gli mostro due demotapes degli Extrema, risalenti al 1989 e al 1991)?
Tommy + GL: Ooooohhhhhhhhhhhhhh…
GL: Questo non ce l’ho più neppure io (indicando il demotape del 1989)!
Tommy: Su questi due demo ci sono delle canzoni che sarebbero dovute essere nel primo album degli Extrema che invece non fu mai fatto. In realtà poi il primo album diventò Tension At The Seams.
Che fine ha fatto Henry Salvini, vostro manager del periodo?
Tommy: L’ultima volta che l’ho visto mi ha aiutato a portare gli strumenti in sala prove!
GL: Io invece l’ho visto recentemente con un mio amico durante il pogo del concerto Suicidal Tendencies/Madball…
Altri ricordi dal passato (stavolta gli mostro due numeri dello storico magazine H/M, dove gli Extrema comparivano sul retro copertina)…
Tommy: (Indicando una foto) Qua siamo a New York. Questa foto è a New York. Devo ritrovarli anch’io tutti questi giornali…
(E qui Tommy e GL, visibilmente commossi, hanno coinvolto gli altri membri del gruppo ed è cominciata una lunghissima discussione relativa lunga serie di aneddoti, tra il serio - poco - ed il faceto - moltissimo).
Che mi dite del vostro altro chitarrista (Julius Loglio, periodo Tension At The Seams)?
Tommy: Ha smesso di suonare la chitarra. Ora suona il saxofono. Lui è sempre stato un jazzista molto preparato.
Gli Extrema e le groupie, fateci nomi e cifre…
Tommy: L’unico che le ha è GL…arrivano anche dal Sud America…
(Lunga serie di inenarrabili battute con cui viene bersagliato GL)
GL: Andate a cagare (rivolto agli altri)!
Tommy: No, gli Extrema non hanno groupie…
…dai, non ci credo…non ne hanno mai avute?
Tommy: Anni fa, quando eravamo sulla cresta dell’onda ed eravamo sui giornali a fine il concerto portavamo anche una ragazza in cinque a venire con coi. Dai scherzo.
Per concludere: Extrema (still) drink Leffe beer exclusively?
GL: No, Leffe beer era uno sponsor fantasma…
Tommy: Che pagava i manifesti…
GL. Che non ho mai visto.
OK dudes, l’intervista finisce qui, saluti e baci per concludere …
Tommy: Devo dire che questa intervista mi ha divertito…alla fine è stata una bella intervista… no perché hai tirato fuori delle cose…cioè stavamo proprio riscrivendo Kiss Alive III… prima di Fish & Release (?!).
Non ben identificata voce fuori campo: “Se magna?”
Extrema in rete: http://www.extremateam.com/
© CM 2004
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