The Mission - biografia
Più di tanti altri loro epigoni contemporanei (The Cult, Sisters Of Mercy), i Mission sono stati capaci di trasformare il Rock gotico da movimento underground in fenomeno di massa grazie ad una capacità di scrittura non comune sapientemente asservita al classico look decadente. Formati nel 1986 da due ex Sisters Of Mercy (il cantante/chitarrista Wayne Hussey presente addirittura in una primitiva incarnazione dei Frankie Goes To Hollywood e prima ancora nei The Walkie Talkies e nei Dead Or Alive, abbandonati nel 1984) ed il bassista Craig Adams, i Mission (completati da Simon Hinkler e Mick Brown, rispettivamente alla chitarra e batteria) hanno una genesi alquanto travagliata.All’inizio il nome prescelto è - polemicamente - il medesimo del fan club dei Sisters Of Mercy (The Sisterhood) e con questo realizzano nel 1986 l’album Gift. Successivamente, la scelta cade sulla denominazione The Mission (curiosamente il titolo previsto per il nuovo album dei Sisters Of Mercy era proprio On A Mission To Rise And Riverberate) e la band parte per un tour europeo di supporto ai Cult per poi incidere due singoli (Serpent’s Kiss and Like A Hurricane, Chapter 22 Records, 1986) che raggiungono le vette delle charts alternative inglesi.Sull’onda di un seguito sempre più vasto, il 7 Luglio del 1986 i Mission firmano un contratto con la Polygram per la quale esce il singolo Stay With Me che entra direttamente al No. 40 delle classifiche inglesi - divenendo No. 30 una settimana dopo, seguito dal debutto su lunga distanza di God’s Own Medicine (Mercury, 1986) che si piazza al No. 14. Il disco è un successo annunciato da cui sono tratti cinque singoli che portano al disco d’oro in Inghilterra, in virtù di un songwriting assai brillante che spazia dalle ballate crepuscolari dal gusto tardo romantico (Stay With Me e Severina, quest’ultima impreziosita da influenze quasi morriconiane) a composizioni Rock tout court (la trascinante The Wasteland). In particolar modo Severina impone la band su larga scala portandola sull’ambito palcoscenico di Pop Of The Pops, profetico preludio al primo tour mondiale (World Crusade Tour) che ha inizio il 18 Marzo del 1987 presso la Sheffield City Hall.In questo periodo è inoltre messa in circolazione la compilation First Charter (Chapter 22 Records, 1987) che raccoglie i primi singoli ed altro materiale anteriore.Il 5 Febbraio del 1988 è pubblicato Tower Of Strenght, primo estratto da Children (Mercury, 1988), il secondo album, prodotto da John Paul Jones. L’influenza dei Led Zeppelin emerge con prepotenza, ma è proprio l’inedito connubio Hard Rock-Dark a confermare un successo che conduce celermente al nuovo disco d’oro in Inghilterra, trainato dal secondo singolo (Beyond The Pale, che si posiziona al No. 32). Di quest’ultimo colpisce la ricchezza di arrangiamenti (intrecci sitar in pieno Jimmy Page style alternati ad una sensibilità synth Pop di matrice Depeche Mode) che rende il brano quasi ballabile, anticipando alcuni futuri sviluppi del “Mission sound”; Wayne Hussey interpreta con un’abilità drammatica assai vicina alla disperata tonalità di Bono Vox.Il 1° Gennaio del 1990 è la volta di Butterfly On A Wheel, antipasto del terzo LP, Carved In Sand (Mercury, 1990). I Mission, tornati a lavorare col produttore dei loro esordi (Tim Palmer), raggiungono lo zenit compositivo: Butterfly On A Wheel (che debutta al No. 12 della classifica inglese) dilata la brillantezza Pop in chiave barocca mentre la monumentale Deliverance (loro settimo hit consecutivo nei Top 30) è un magnifico esempio di Rock anthemico che flirta con l’enfasi epica, portando la band per la seconda volta al passaggio su Top Of The Pops ed inaugurando il Deliverance World Tour che parte al Leeds Polytechnic, il 1° Marzo del 1990.Di ritorno dagli Stati Uniti i Mission calano l’ennesimo singolo (Into The Blue) che però non va oltre il 35° posto in classifica, denunciando qualche crepa a livello compositivo nonché una crescente tensione interna che sfocia nella dipartita del chitarrista Simon Hinkler.Al fine di prender tempo ed organizzare la nuova formazione è pubblicato Grains Of Sand (Mercury, 1990), raccolta di B-sides ed extra tracks, il cui singolo (la vigorosa Hands Across The Ocean, quasi una Deliverance Part II), entra, seppur faticosamente, nei Top 40.Il quarto album, inizialmente titolato Shade Of Green ed infine chiamato Masque (Mercury, 1992) presenta il nuovo innesto alla chitarra (Mark Gemini Thwaite) ma nasce all’insegna di accese incomprensioni tra Wayne Hussey ed il produttore Mark Saunders. Conseguentemente, i tre singoli che vengono estratti (Never Again, Like A Child Again e Shades Of Green) mostrano varie indecisione stilistiche ed un brusco allontanamento dal sound originario; i ritmi dance prendono il sopravvento e le spigolosità chitarristiche sono limate in favore di un approccio fortemente easy listening.Sconcerta Like A Child Again, che finisce con l’essere quasi un plagio dei Cure e Craig Adams decide che è giunto il momento di mollare il gruppo; il sostituto prescelto è Andy Cousin. L’inversione di tendenza finisce inevitabilmente col colpire le vendite che subiscono un forte contraccolpo e la band lascia la Phonogram per passare alla Sony/Dragnet per cui è rilasciato nel 1994 Neverland. L’lp è un tentativo - solo in parte riuscito - di riscoprire le radici del gruppo ed i tre singoli (Raising Cain, Swoon e Lose Myself In You), non riescono a rialzare le quotazioni di una band comunque ancora capace di scrivere almeno un nuovo, grande brano (Daddy's Going To Heaven Now).Nello stesso anno, quasi contemporaneamente la Phonogram pubblica Sum And Substance, un greatest hits in cui spiccano due tracce: il remix di Tower Of Strength (sottoposta alle cure di Youth dei Killing Joke) e la zeppeliniana Afterglow, prodotta da Wayne Hussey insieme a Joe Gibb.Dodici mesi dopo è la volta dell’album più interlocutorio della carriera dei Mission, Blue (Sony/Dragnet, 1995), da cui viene estratto un unico - tutt’altro che felice - singolo (Coming Home); l’immediata conseguenza dell’insuccesso commerciale è l’ inevitabile scioglimento del gruppo. Dopo un’assenza durata oltre quattro anni (durante i quali Wayne Hussey produce, remixa e scrive musica per film) i Mission si riformano intorno al loro leader più Craig Adams, Mark Gemini Thwaite ed il nuovo batterista Scott Garrett. Sulla spinta di Resurrection (Cleopatra/Eagle Rock, 1999), una raccolta di classici rivisti in un’ottica palesemente danzereccia e nel pieno della riscoperta della scena Electro-Dark degli anni ottanta, i rinati Mission sfruttano le circostanze imbarcandosi in una lunga tournee mondiale che culmina in alcune apparizioni memorabili (i festival Eurorock e M’era Luna nel 2000) ed in un tour europeo (Novembre-Dicembre 2000) particolarmente apprezzato. L’anno seguente esce AurA (Cleopatra, 2001), il primo nuovo disco in studio dal 1995; l’album è un convincente ritorno all’inconfondibile trademark dei vecchi Mission, grazie anche all’apprezzato apporto in sede di missaggio di Dave Allen (The Cure, Sisters Of Mercy, Feline ) e Steve Power (Robbie Williams). Le basi elettroniche lasciano spazio a ritmiche fortemente rockeggianti (Lay Your Hands On Me) ben interpretate da Wayne Hussey, nuovamente ispirato dopo anni di torpore creativo; efficacissimi il singolo Evangeline, la catchy Shine Like The Stars o la marcia ipnotica di (Slave) To Lust. L’apice è raggiunto con Cocoon, eccellente litania pyscho/goth, quasi gli U2 che suonano Dark, letteralmente dominata dalla sentita interpretazione del cantante.La rinnovata vena dei Mission è premiata anche dal pubblico: l’album si colloca al No. 1 della classifica alternative tedesca e ivi rimane per otto settimane. Il successivo tour (di supporto ai discepoli HIM in Germania e come headliner nella restante parte d’Europa per sei settimane) non fa che confermare la band nel suo ruolo di storico gothic act e funge da preludio ad un’altra raccolta.Aural Delight (Playground Recordings, 2002) è una collezione di B-sides e tracce demo che colpisce nuovamente nel segno (affascinante la cover del classico dei Depeche Mode Never Let Me Down come pure valide sono le ri-proposizioni di Never Again, Melt e la versione Trip Hop di Mesmerized). Nel 2002 Wayne Hussey decide che è arrivato il momento di tentare la carta da solista: parte per una tournee mondiale (che durerà quasi due anni) dove ad accompagnarlo sono soltanto una chitarra acustica, un pianoforte ed un esteso catalogo di brani (perlopiù dei Mission più alcune covers e due nuove composizioni scritte per l’occasione). Da ultimo, nel 2004 i Mission tornano insieme per una serie di attese esibizioni in Europa, in attesa della pubblicazione di un nuovo album.
© CM 2006
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