Sunday, June 25, 2006

Slayer - biografia



Gli Slayer nascono nel 1982 ad Huntington Beach, L.A., in California proponendosi come la risposta statunitense al primordiale Black Metal dei britannici Venom. Fondati dal bassista-cantante Tom Araya insieme ai chitarristi Kerry King (già nei Megadeth) e Jeff Hanneman (cui si aggiungerà in seguito il batterista Dave Lombardo), conquistano immediatamente l'immaginario dei ragazzi nutriti con horror movies e fumetti splatter attraverso una serie di canzoni ispirate palesemente al male espresso nelle sue forme più sordide. Il primo album, Show No Mercy (Metal Blade, 1983) è ancora piuttosto acerbo. Evil Has No Boundaries è estremismo sonoro alquanto dozzinale, derivativo della New Wave Of British Heavy Metal pur se tremendamente malvagio. Tuttavia, le composizioni più virulente, come The Anti-Christ e Die By The Sword, fanno presagire un’evoluzione che, negli anni, si realizzerà compiutamente. Le bordate di Chemical Warfare e Captor Of Sin dell’EP Haunting The Chapel (Metal Blade, 1984) fomentano velocemente un passaparola tra i fans che inizia ad assumere connotati sempre più ampi.Il secondo LP, Hell Awaits (Metal Blade, 1985), è un successo underground da oltre 100. 000 copie nei soli Stati Uniti. Il suono diventa maggiormente curato, soprattutto a livello chitarristico e vocale, Lombardo spinge ancora di più sull’acceleratore, i temi trattati rimangono mortalmente oscuri. Reign In Blood (Def Jam, 1986) esplode in soli ventinove minuti lanciando la band nel Metal-rama internazionale. La furia Speed della controversa Angel Of Death (che illustra le gesta di Josef Mengele) e Postmortem non è solo parossismo iper-cinetico, ma anche letale come una pugnalata e trae linfa vitale dalle choccanti rappresentazioni visive dei contemporanei (WASP, primi Motley Crue). Brani assolutamente frenetici come Altar Of Sacrifice sono documentari di raccapriccianti cerimoniali satanici proiettati a velocità siderali mentre Raining Blood terrorizza come se il giorno del giudizio universale fosse ormai imminente. Reign In Blood diventa una delle pietre miliari del genere (grazie anche al produttore Rick Rubin, che li seguirà per il successivo decennio) e raggiunge velocemente le 500.000 copie vendute. Il successo crescente non impedisce però a Lombardo, insoddisfatto per i rapporti con i suoi colleghi, di mollare tutto (sarà sostituito per una manciata di date dall’ex Whiplash Tony Scaglione, ma tornerà presto sulla sua decisione). South Of Heaven (Def Jam, 1988) riduce parecchio la velocità di esecuzione, suscitando qualche critica. Il brano omonimo si dipana tra ritmi più particolari e le consuete, agghiaccianti, urla belluine; il cambiamento si ripercuote soprattutto sul forsennato drumming di Lombardo, un modello di dinamismo tutt’oggi insuperato. Ciò nonostante, il senso di morte e la disperazione senza tempo continuano a permeare brani quali Mandatory Suicide, autentico catalogo di orrori inenarrabili; come il predecessore, il disco diventa d’oro negli States.Il quinto album, Seasons In The Abyss (Def American, 1990), regge appieno il confronto con i due formidabili precedenti; War Ensemble e Spirit In Black, nonché la morbosa Dead Skin Mask (ispirata al serial killer Jeffrey Dahmer), entrano a far parte del repertorio classico. La title-track, che sperimenta lugubri arpeggi e rallentamenti da brivido, diventa un videoclip ambientato in Egitto; S.I.A. supera il milione di copie divenendo il primo disco di platino degli Slayer. Live - Decade Of Aggression (Def American, 1992) cattura fedelmente la band dal vivo. Si spengono le luci dello spettacolo tipiche di certo Heavy Metal degli anni ‘80 eclissate in un’atmosfera da incubo lovecrafthiano; terrificanti le versioni di Angel Of Death, War Ensemble, Postmortem e Black Magick. Altrettanto impressionante è la partecipazione del pubblico incisa tra questi solchi, una comunione, indissolubile e sconsacrata, tra sacerdoti ed adepti che conduce al secondo disco di platino. Quasi contemporaneamente, riemergono quegli antichi dissapori tra Lombardo ed i suoi colleghi che conducono all’ennesimo allontanamento del batterista, sostituito da Paul Bostaph (ex Forbidden); il suo esordio è su una cover degli Exploited (Disorder) facente parte della colonna sonora del film Judgment Night; il duetto con il rapper Ice T apre la strada al nascente crossover tra Hip Hop ed Heavy Metal.Divine Intervention (American, 1995) ribadisce un successo ormai planetario. Se Sex Murder art ripropone un tema discutibile (quelli di omicidio), Dittohead e Serenity In Murder sono costruiti su mid tempos ferali dall’impatto più immediato. L' lp debutta incredibilmente al N ° 8 della classifica di Billboard e Bostaph decide che è già arrivato il momento di lasciare; dietro i tamburi si accomoda John Dette (ex Testament). Undisputed Attitude (American, 1996) presenta il lato maggiormente celato del gruppo che flirta con brani Punk/Hardcore (mai sopita passione di Hanneman e convince appieno anche i più scettici. Sei mesi dopo l’uscita del disco Dette è licenziato per far posto al rientrante Bostaph.Diabolus In Musica (Columbia, 1998) si dimostra, però, un lavoro interlocutorio. La pesantezza sonora non è assolutamente in discussione, ma l’alternanza tra brani veloci ed altri maggiormente rallentati fa intravedere qualche indecisione a livello di ispirazione; anche la partnership con Rick Rubin dà segni di stanchezza e le vendite subiscono un contraccolpo. God Hates Us All (American, 2001) segna il brillante esordio di Matt Hyde dietro il mixer e, di conseguenza, il monolitico “Slayer sound” viene in parte aggiornato. All’ originaria potenza Metal si aggiunge una componente Hardcore (soprattutto a livello vocale), verniciata da una produzione moderna e tagliente. Brani come Disciple, New Faith e Bloodline, si impongono come nuovi classici per un gruppo nuovamente ispirata e furente on stage come pochi altri.Di lì a poco, Bostaph deciderà di mollare per far posto all’acclamato rientro del transfuga Lombardo in una mirabile serie di esibizioni dal vivo che rialzano l’interesse verso il gruppo (oltre 200.000 le copie vendute). La formazione originale degli Slayer pubblica in questi giorni il nuovo disco (Christ Illusion), preceduto dai DVD War At The Warfield, Reign In Blood: Still Reigning e dal box quintuplo Soundtrack For The Apocalypse, sorta di greatest hits formato maxi, arricchito da bonus tracks, demos etc. La musica degli Slayer non è definibile del terrore, bensì dell’orrore. E’ un’analisi fredda e razionale della paura inflitta da uomini a loro simili; le drammatiche atmosfere delle loro canzoni mirano a sottolineare il lato oscuro dell'esistenza, destinata a vivere dell’odio che la stessa fomenta. Etimologicamente, l’ horror degli Slayer trae sostanza dalla realtà quotidiana maggiormente recondita, dai capitoli più bui della storia dell’umanità. In tal senso si qualifica come un’astrazione metafisica della condizione umana, proponendosi in modo diametralmente opposto al grand guignol meramente teatrale delle bands di Los Angeles ed aprendo la grande stagione del Death Metal floridiano e scandinavo dei primi anni 90. In precedenza, né la tensione ancestrale dei Black Sabbath tanto meno la sulfurea malignità dei Venom si erano spinte sin qui varcando l’abisso che separa la realtà dall’incubo e viceversa.

© CM 2006

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