Sunday, June 25, 2006

Prong - biografia


Tra i pionieri della fusione tra heavy metal, hardcore ed industrial non possono non essere annoverati i Prong. L’influenza da loro esercitata tanto su band alternative (Helmet, White Zombie) quanto sulle nuove sensazioni nu-metal (Fear Factory, Korn, Static X) è enorme, soprattutto per il concetto di ritmo da loro estremizzato.I Prong prendono forma nel 1985 nel Lower East Side di New York, ove la prima New Wave ha avuto la propria genesi: Tommy Victor (cantante-chitarrista) è uno degli ingegneri del suono presso il leggendario locale CG BG’s del quale Mike Kirkland (basso) è uno dei buttafuori mentre Ted Parsone (batteria) suona per tutte le bands prive di batterista. Nel primo LP, Primitive Origins (Mr Bear, 1987), l’ibrido Thrash-Core dà luogo a sfuriate velocissime (Denial) alternate a monoliti cadenzati (Watching, In My Veins) o dalla dinamica particolarmente complessa (Dreams Like That), segnata da vorticose svisate solistiche. Uno dei picchi del disco è la piece strumentale (Persecution), una composizione tesissima che si snoda attraverso un heavy-blues incandescente come se i Led Zeppelin jammassero con i Metallica. Il funambolico Parsons dirige le danze del ritmo in pieno jazz style, Victor destruttura e ricostruisce i brani con accordi che richiamano Hendrix, Kirkland fornisce un adeguato contrappunto. L’album è accolto con unanime entusiasmo dalla critica, allo stesso modo della - impegnativa - seconda prova, Force Fed (Spigot, 1988); le bordate metal tout court (Aggravated Condition) sfociano nello Speed più intransigente e meno convenzionale (Decay). La vena sperimentale segna Force Fed (un turbinio di ritmi che si inseguono) e Primitive Origins, che forgia le nascenti sonorità industrial-metal, ma si esalta soprattutto in Look Up At The Sun, trip psichedelico iniettato d’acciaio. Questa volta i brani strumentali sono addirittura due (Coliseum, It's Been Decided), sempre all’insegna di un melange che coinvolge Black Sabbath, Metallica ed influenze new wave che iniziano a delinearsi con sempre più frequenza. Beg To Differ (Epic, 1990) segna il passaggio alla major Sony e perfeziona il “Prong sound” attraverso una produzione più curata. Fondamentalmente si assiste ad un rallentamento dei tempi rispetto alla frenesia degli esordi ma si tratta pur sempre di un album dai forti tratti avanguardisti. Le parti strumentali sono ulteriormente dilatate da accordi irregolari e architetture ritmiche sincopate dettate dal binomio compositivo Victor-Parsons. Impressionano il brano omonimo (sorta di incontro/scontro tra Black Sabbath ed Einsturzende Neubauten), i riffs “a cascata” di For Dear Life, i repentini stop & go di Prime Cut e l’enfasi dell’ennesima strumentale (Intermenstrual).Il salto verso un suono ulteriormente maturo è rappresentato da Prove You Wrong (Epic, 1991); il bassista Troy Gregory (ex Flotsam And Jetsam) subentra a Mike Kirkland, ma il panzer Prong prosegue incessante. Le soluzioni scelte restano eterodosse in canzoni che tentano la strada del ritornello più catchy (Unconditional, Hell If I Could), ovviamente sempre in chiave ultra metal grazie alla titanica produzione di Mark Dodson. La sperimentazione prosegue con la tribale Irrelevant Thoughts, Shouldn't Have Bothered, permeata di funky nevrotico e nella scelta di omaggiare gli Stranglers in una coinvolgente versione di Get A Grip (On Yourself). Il coraggioso EP successivo, Whose Fist Is This Aanyway? (Epic, 1994), riveste un’importanza capitale per le sorti delle sonorità degli anni ‘90 in quanto inaugura ufficialmente la moda del remix techno; Paul Raven (Killing Joke) e Jim Thirlwell/AKA Foetus remixano alcuni brani acuendo la vocazione danzereccia di Prove You Wrong. Mai nessuna metal band si era spinta tanto oltre verso la frontiera dell’elettronica. Il nuovo album, Cleansing (Epic, 1994) presenta due novità di rilievo: la terremotante produzione di Terry Date e l’inserimento di due ex membri degli idoli Killing Joke (Paul Raven - che sostituisce Gregory - al basso e John Bechdel ai campionamenti); il gruppo vira ulteriormente verso modelli dark-wave, anche se il disco risulta uno dei più “pesanti” della loro intera carriera. Inevitabilmente l’influenza dei Killing Joke emerge con forza (Broken Piece), ma i germi dell’originalità affiorano ancora una volta (Out Of This Misery) e centrano il bersaglio con la deragliante Whose Fist Is This Anyway - quasi un boogie degli ZZ Top elevato all’ennesima potenza, nel brano manifesto Snap Your Fingers Snap Your Neck - un classico delle loro esibizioni dal vivo e nel thrash oltranzista di Cut-rate, che presenta influenze dei Megadeth nella chitarra di Victor. Piace anche Not This Earth, andamento da ballad strascicata stile Bauhaus permeata dalla profonda cupezza tipica del dark inglese (Joy Division). Di contro, la componente elettronica non è mai invadente, semmai accennata, chiamata talvolta ad impreziosire le trame.Ted Parsons si produce in una performance da applausi risultando il degno erede di Ginger Baker e Neil Peart in virtù di un approccio estremamente tecnico, ma sempre finalizzato alla forma-canzone. Rude Awakening (Epic, 1996), rappresenta l’apice dello stile della band. Terry Date forgia un suono pesantissimo e super-rifinito dove l’elettronica non fa più soltanto capolino ma emerge con prepotenza nei bellissimi campionamenti firmati da Charlie Clouser dei Nine Inch Nails. I brani sono indissolubilmente legati sotto forma di concept album e rappresentano un autentico campionario di perle: dall’opener Controller (Prodigy meets Metallica?) alla title-track (vero inno alla disperazione), sino a Unfortunately e Dark Signs. Ad un simile sforzo creativo non corrisponde un adeguato spinta promozionale della Epic-Sony che, ad un mese dall’uscita dell’album, decide di abbandonare il gruppo a se stesso. Di fronte ad un tracollo organizzativo di tali proporzioni (la band perde contratto e management) i Prong alzano bandiera bianca; Tommy Victor ne approfitta iniziando fugaci collaborazioni con Danzig prima e Rob Zombie poi, mentre di Ted Parsons si perdono letteralmente le tracce.Dopo molti anni di silenzio, Victor - che per alcuni anni ha abbandonato completamente la scena - resuscita la sua creatura. Purtroppo ad affiancarlo non è l’insostituibile Parsons (nel frattempo trasferitosi in Norvegia) ma una band nuova di zecca con la quale pubblica il live 100% (Locomotive, 2003), rilettura un po’ stanca dei vecchi classici.Partner compositivo di Victor diventa il quotato Monte Pittman (chitarrista della band di Madonna) ma il nuovo studio-album (Scorpio Rising, Locomotive, 2003) delude le aspettative; complice una produzione “povera” che accentua parecchio il ridimensionamento nonché una line-up di onesti mestieranti, i Prong degli anni 2000 sembrano solo la copia sbiadita del gruppo innovativo che furono un tempo. Non bastano varie tournee (di cui una supporto agli agonizzanti Anthrax) a sensibilizzare il grande pubblico, che li accoglie tiepidamente. Di qui la decisione di Victor di riunirsi a Glenn Danzig per una collaborazione che stavolta sia più incisiva della precedente. Recentemente, inoltre, è riemerso anche Ted Parsone, impegnato dietro i tamburi dei Killing Joke nella tournee che è seguita al disco della reunion (Killing Joke, Zuma-Sony, 2003). Le ultime notizie danno Tommy Victor nuovamente impegnato nelle registrazioni di un nuovo album dei Prong con una formazione ancora tutta da decifrare.

© CM 2006

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